L’erbicida glifosato, ampiamente utilizzato su scala globale, è al centro di un dibattito diffuso che coinvolge la ricerca scientifica, i media, le discussioni politiche e la società. Pur essendo soggetto a preoccupazioni riguardanti i suoi potenziali effetti avversi e impatti ambientali, il glifosato continua a svolgere un ruolo cruciale nelle moderne pratiche agricole per il controllo delle infestanti sui terreni coltivabili.
L’Europa e il nodo del glifosato
In Europa, la questione del glifosato è particolarmente sentita. L’autorizzazione del prodotto, in scadenza a dicembre 2023, è stata prorogata dalla Commissione Europea fino al 2033.
Tuttavia, alcuni Stati membri hanno già preso provvedimenti: l’Austria ne ha vietato l’utilizzo dal 2019, mentre in Germania il ministro dell’Agricoltura Cem Özdemir sta valutando limitarne l’impiego, incontrando l’opposizione dell’associazione degli agricoltori. Le organizzazioni ambientaliste tedesche, invece, chiedono un divieto nazionale, evidenziando i rischi per la biodiversità, le api e la salute umana.
Analoghe preoccupazioni si diffondono in altri paesi: in Inghilterra, ad esempio, oltre 7.000 persone hanno firmato una petizione contro l’uso del glifosato per il controllo delle infestanti nelle aree urbane.
Sicurezza incerta: tra pareri discordanti
Nonostante le preoccupazioni sollevate, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) in una pubblicazione ha confermato nel luglio 2023 che non sono stati riscontrati rischi inaccettabili associati al glifosato. Tuttavia, persiste il dibattito globale sulla sua presunta cancerogenicità, con l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) che nel 2015 con un gruppo di lavoro di 17 esperti provenienti da 11 paesi internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dal 3 al 10 marzo 2015 esaminando le prove scientifiche pubblicate e disponibili ha valutato la cancerogenicità di cinque insetticidi ed erbicidi organofosfati tra cui il glifosato, classificandolo come “probabilmente cancerogeno” per l’uomo.
Al contrario, l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) e l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) hanno concluso che il glifosato, specialmente nelle quantità ingerite dagli esseri umani, non è cancerogeno.
Glifosato e impatto ambientale
Oltre ai timori sulla salute, preoccupa anche la presenza di residui di glifosato nell’ambiente, in particolare nei fiumi, nei corsi d’acqua e negli alimenti. Gli scienziati stanno ancora cercando di stabilire il legame definitivo tra questi residui e le pratiche agricole.
Uno studio recente ha analizzato modelli diversi di concentrazione del glifosato nelle acque fluviali tra gli Stati Uniti e l’Europa. Questo studio esamina il trasporto del glifosato e del suo metabolita AMPA nei fiumi degli Stati Uniti e dell’Europa in relazione alle pratiche agricole e alle acque reflue. Nei fiumi statunitensi, i picchi di concentrazione sono associati all’applicazione estiva di erbicidi, mentre in Europa i modelli di concentrazione seguono schemi stagionali diversi e sono meno correlati alle pratiche agricole. La presenza costante di glifosato nei fiumi europei suggerisce un’importante fonte di contaminazione dalle acque reflue, mentre negli Stati Uniti la contaminazione dalle acque reflue è meno significativa. L’AMPA è rilevato più frequentemente in Europa e può essere derivato da sorgenti urbane oltre che agricole (derivanti da prodotti chimici domestici, residui di farmaci e detersivi). Questi risultati sollevano dubbi sull’idea comune che le applicazioni urbane siano la principale fonte di glifosato negli impianti di depurazione.
Futuro incerto: tra divieti, restrizioni e alternative
Nonostante l’estensione dell’autorizzazione da parte dell’UE sull’utilizzo del glifosato, il dibattito e la ricerca sui rischi per l’ambiente e la salute continuano. Alcuni Stati membri hanno già imposto restrizioni, mentre gli esperti proseguono nel confronto. Gli agricoltori e l’industria agricola potrebbero essere costretti ad adattarsi a potenziali normative nazionali e a cercare soluzioni alternative per il controllo delle infestanti, alcune delle quali sono già disponibili o in fase di sviluppo.